Le Deformità della Piramide Nasale sono delle alterazioni di posizione, forma e dimensione del naso di natura congenita, acquisita o su base etnica.
EPIDEMIOLOGIA
La prominenza e le delicate strutture anatomiche che costituiscono il naso lo rendono particolarmente vulnerabile ad un ampio spettro di insulti e ne fanno il distretto facciale più frequentemente fratturato.
Incidenti stradali (nel 70% dei casi), traumi sportivi e colluttazioni sono i principali responsabili della maggior parte delle fratture nasali.
I maschi sono due volte più interessati rispetto alle femmine da questo tipo di traumi, soprattutto in età pediatrica ed adulta con un picco d’incidenza in seconda e terza decade.
DESCRIZIONE E SINTOMATOLOGIA
Tra i difetti congeniti si citano il naso deviato, a gibbo, piatto, lungo, a sella, aplasico, con deformità da palatoschisi o da lue congenita. Vi possono essere anche difetti di accrescimento con aplasia del naso.
I traumi possono portare a deviazioni della piramide nasale o a naso a sella.
Ulteriori deformità sono da ascriversi a infiammazioni, ustioni, congelamento e malattie sistemiche (tra cui la malattia di Wegener).
Infine tra le cause iatrogene si citano deformità conseguenti ad intervento di setto plastica o sui seni paranasali.
Le implicazioni delle deformità nasali comprendono quelle psichiche (per motivi estetico-cosmetici), problemi nell’uso di occhiali, difficoltà alla respirazione nasale, iposmia, sinusiti recidivanti.
Il tipo di deformità conseguente ad eventi traumatici dipende da fattori quali direzione ed intensità della forza traumatizzante, forma e natura dell’agente lesivo. Nella maggior parte dei casi il trauma agisce con direzione laterale o antero-posteriore, meno frequentemente con direzione verticale (dall’alto in basso o viceversa).
La frattura può rimanere circoscritta alla piramide nasale o estendersi alle formazioni scheletriche facciali adiacenti e talvolta alla base cranica; può inoltre essere chiusa o aperta, con o senza spostamento dei frammenti.
Si possono distinguere: fratture dello scheletro osseo del naso (sottoperiostee longitudinali, con infossamento –semplici o a libro aperto-, con schiacciamento) fratture dello scheletro cartilagineo del naso (verticali od orizzontali, interessano la cartilagine quadrangolare), fratture miste osteo-cartilaginee, fratture associate del naso e delle ossa del massiccio facciale (che possono irradiarsi cerso l’alto o verso il piano medio della faccia distinguendo a loro volta le fratture in tipo Le Fort I, II, III).
SINTOMATOLOGIA
La sintomatologia delle fratture nasali è rappresentata da dolore,epistassi (poco rilevanti), ostruzione nasale, anosmia, rinoliquorrea (in caso di frattura della lamina cribra dell’etmoide; può essere immediata o tardiva), diplopia (in caso di frattura orbitale, per lesione o incarceramento dei muscoli oculari estrinseci).
Si possono obiettivare deviazione, ematoma e tumefazione della piramide nasale, infossamento del dorso nasale con o senza ferite della cute, crepitazione della piramide nasale, ematoma periorbitario mono- o bilaterale (ad occhiale), enfisema paranasale (specie dopo aver soffiato il naso).
ESAMI DIAGNOSTICI
- Anamnesi ed esame obiettivo
- Endoscopia nasale
- Otomicroscopia (per accertare o escludere un coinvolgimento delle strutture dell’orecchio)
- Olfattometria e gustometria
- Determinazione del glucosio nel secreto nasale per mezzo di uno stix (nel sospetto di liquorrea)
- Esami radiologici: radiografia del cranio in proiezione laterale e dal basso, TC cranio
- Eventuale consulto interdisciplinare con neurologo, neurochirurgo e chirurgo maxillo facciale per fratture complesse e complicate
TERAPIA MEDICA
In previsione della terapia chirurgica si consiglia profilassi antitetanica in caso di frattura aperta, terapia antiflogistica, uso di decongestionanti nasali, trattamento pre- e postoperatorio antibiotico.
TERAPIA CHIRURGICA
In caso di deformità congenite o consolidate del naso si possono eseguire interventi di rinosettoplastica o interventi di correzione isolati in corrispondenza del dorso cartilagineo e/o osseo (gibbotomia, correzione delle ali nasali, plastica di correzione delle cartilagini alari o della punta nasale).
È caldamente sconsigliato eseguire questo tipo di interventi prima del completo sviluppo corporeo (18-20 anni) per evitare di alterare la naturale crescita del massiccio facciale.
In caso di traumi si esegue la riduzione e contenzione (la contenzione esterna è eseguita per mezzo di archetto rigido, quella endonasale mediante tamponamento con garza e/o tamponi) della frattura entro il 5°-6° giorno dal trauma, prima del consolidamento in sede anomala dei frammenti ossei. Il tampone nasale viene rimosso dopo 3-5 giorni e l’archetto dopo una settimana.
Sia in caso di correzioni di deformità che in caso di trattamento di fratture nasali, nell’80% dei casi si ottengono risultati obiettivi e soggettivi soddisfacenti con la tecnica chirurgica.